DR. MICHAEL LAITMAN PER CAMBIARE IL MONDO – CAMBIAMO L'UOMO

Tra le notizie esplosive di Abbas e le bombe incendiarie palestinesi

bombe
Più ci addentriamo nei Giorni Santi, più questi diventano simili al loro altro nome: I Giorni Terribili. Ad alcuni sembra che il crescente caos a Gerusalemme Est sia organizzato con la campagna diplomatica del presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmūd Abbās. Ron Prosor, ambasciatore d’Israele presso le Nazioni Unite, ha espresso ad esempio la sua inequivocabile opinione sulla questione commentando: “Quando i Palestinesi danno alle fiamme il Monte del Tempio, Mahmūd Abbās alimenta il fuoco e il Consiglio di Sicurezza sventola le fiamme, questa è la ricetta di un’esplosione regionale”.

E mentre l’inferno, irrompendo, si diffonde nella nostra capitale e i confini meridionali e settentrionali si scaldano, noi, gli Ebrei, facciamo quello che ci riesce meglio: litighiamo e giochiamo a scaricabarile. Per aggiungere olio alle fiamme, il boicottaggio internazionale ha proprio segnato una tacca quando il mercato dell’Islanda ha deciso di boicottare tutti i prodotti israeliani.

Dove arriveremo? Una volta, a Tel Aviv, ho visto una giovane coppia con indosso una t-shirt che ha catturato la mia attenzione. Le scritte di entrambe le magliette dicevano semplicemente: “Se niente va bene, unitevi!”. “Che bravi – ho pensato – con queste poche parole hanno colto l’essenza del nostro problema e il modo per risolverlo”.

Di noi diciamo sempre che ci uniamo solo se siamo in guerra o quando qualche pressione esterna ci costringe a farlo. È vero, ma appena l’emergenza si placa, gettiamo dalla finestra la nostra unione fin quando non arriva la prossima minaccia.

In effetti, è abbastanza comprensibile che siamo restii all’unione. Dopo tutto, chi vorrebbe essere “Come un solo uomo con un solo cuore”, come lo furono i nostri padri ai piedi del monte Sinai? È vero, questo è il modo in cui siamo diventati una nazione, ma è stato tanto tempo fa e ora non ci vincola più. Oppure sì?

In numerosi post e articoli sui più popolari organi di stampa del mondo, ho spiegato perché questo principio ci obbliga oggi come sempre. Ma il punto non è se ci lega o no, dopotutto, chi può costringere qualcuno ad unirsi controvoglia? Il punto che sto sottolineando invece è che l’unione in sé e per sé è un mezzo talmente potente che può superare qualsiasi nemico o sfida. A vincere la nostra Guerra d’Indipendenza è stata la nostra unione, non le nostre armi sofisticate (inesistenti) o la vasta esperienza (assente) in guerra dei nostri soldati. Ed è stata anche la mancanza di unione, altrimenti nota come “odio infondato”, che duemila anni fa ci ha fatto perdere la terra contro i conquistatori.

Dobbiamo osservare le cose da una prospettiva più ampia per poter comprendere il perché l’unione sia fondamentale per il nostro successo. Uno degli aspetti più affascinanti del mio lavoro di scienziato, specializzato in medicina biocibernetica, è stato l’interconnessione dei sistemi umani. Mi resi conto che in natura niente è isolato e che la salute prevale solo quando tutti i sistemi supportano reciprocamente l’organismo. Non appena un organo funziona a sfavore dell’organismo, scoppia la malattia.

Più la analizzavo, più mi rendevo conto che questa regola si applica ad ogni singolo elemento dell’universo. Ogni singolo elemento è sia un sistema sia parte di un sistema più grande. Pertanto, la malattia di un sottosistema influenza immediatamente il benessere dell’intero sistema della realtà. Quando si verifica un numero critico di carenze o quando sistemi critici diventano disfunzionali, l’intero sistema crolla.

Studiando Ontologia, Filosofia e Kabbalah, ho imparato che la stessa regola che governa i sistemi fisiologici umani governa anche i nostri sistemi sociali. L’unica differenza è che siccome gli esseri umani sono parte del sistema stesso, è difficile per noi vedere che è così. Peggio ancora, se lo riconoscessimo, dovremmo smettere di essere egocentrici e dovremmo iniziare a lavorare per il bene della nostra società, così come ogni altra parte della realtà. Questo è un prezzo che in questo momento molti di noi troverebbero troppo pesante.

Ma noi Ebrei, una volta pagato il prezzo e vinto il Gran Premio, siamo diventati una nazione che si è impegnata ad amare il prossimo come se stessa e ad essere “Come un solo uomo con un solo cuore”. Ci è stato concesso di avere una patria forte, una cultura fiorente che ha dotato il mondo dei fondamenti morali ed etici in cui ancora oggi crede. Possiamo farlo ora? No, finché non ci uniremo di nuovo.

Se resteremo divisi come siamo, continueremo ad essere una parte difettosa del sistema e il mondo ci darà la colpa dei suoi problemi. Le nazioni sanno che gli Ebrei hanno dato al mondo i valori che potrebbero permettere loro di condurre una vita felice, ma come è evidente, nessuno può vivere all’altezza di questi valori. Nell’antica società ebraica, abbiamo vissuto così, per questo il mondo attende il nostro esempio. Ci incolpano delle guerre perché non riescono ad unirsi e noi non li stiamo conducendo attraverso l’esempio in quella direzione.

Quindi, anche se lo facciamo per gli altri e non per noi stessi, questo è il momento di unirsi. Adesso, all’inizio dell’anno, è il momento di rivoluzionare il nostro atteggiamento verso l’altro ed essere veramente una luce per le nazioni: un fulgido esempio di unione e responsabilità reciproca, l’antico marchio di fabbrica della nostra nazione. Se lo faremo, ristabiliremo l’equilibrio del sistema sociale umano e l’umanità ora tormentata potrà prosperare con robusto vigore e vitalità.

Se tutto questo vi sembra un po’ eccessivo, vi basta pensare a questo: “Se niente va bene, unitevi!”.

Che quest’anno noi tutti possiamo elevarci al di sopra di noi stessi per rendere i nostri cuori come uno.

Shanah Tova (Buon Anno Nuovo).

Originariamente pubblicato su L’Huffington Post Italia

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