DR. MICHAEL LAITMAN PER CAMBIARE IL MONDO – CAMBIAMO L'UOMO

Nessun leader mondiale ci comanda, solo noi decidiamo il nostro futuro

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Mercoledì 9 settembre, il Times di Israele ha riportato che il leader iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha dichiarato che “Nei prossimi 25 anni Israele non sopravvivrà“. Qualche ora dopo, lo stesso giornale ha pubblicato la risposta del Primo Ministro israeliano alla dichiarazione di Khamenei: “Il tiranno Khamenei si sbaglia, Israele è qui per rimanere”. Netanyahu ha dichiarato che “Israele è un paese forte e diventerà ancora più forte”.

L’inizio del nuovo anno ebraico è un grande momento di riflessione sugli elementi che costituiscono la nostra forza nazionale. Nel corso della storia, le grandi vittorie di Israele sono arrivate quando eravamo in grande inferiorità numerica e male armati. Allora, come abbiamo vinto? È stato lo spirito combattivo? Come israeliano, posso testimoniare che gli israeliani, a differenza di come li ritraggono i media, non sono assetati di sangue, non è proprio nel nostro Dna. Ma abbiamo vinto comunque, poiché eravamo uniti per uno scopo comune.

Cioè, il nostro vantaggio non è stata la tenacia, ma la nostra unione. È stata l’unione a darci la forza di essere tenaci, come tutte le altre cose necessarie per vincere una guerra quando le probabilità sono pesantemente a sfavore. In questo periodo siamo compiaciuti e diamo per scontata l’esistenza d’Israele. Di conseguenza, ci stiamo allontanando dall’unione, diminuendo così la nostra forza.

Non si dovrebbe fraintendere su questo; la guerra dell’Iran contro Israele non è materiale, è una guerra spirituale: una guerra per lo spirito di unione. Se saremo in grado di raccogliere le forze per unirci, nessuno potrà sconfiggerci. Inoltre non saremo minacciati da nessuno!

La legge dall’impatto più forte che la nostra nazione abbia mai creato ed applicato è “Ama il tuo prossimo come te stesso”. Questa legge è fondamentale non solo nell’Ebraismo, nel Cristianesimo e nell’Islam (con ovvie divergenze), ma è al centro di tutto il pensiero occidentale. In un certo senso, questo principio è il “progenitore ideologico” della Magna Carta, della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, dell’Umanesimo e di tutte le scuole di pensiero che mettono i diritti della società davanti ai diritti del tiranno.

Unione significa potere, attingere a quel potere fu il genio di Abramo, Mosé e tutti i nostri leader spirituali nel corso delle generazioni. Ci hanno insegnato a superare i nostri sé egocentrici e ad unirci. Questo è anche il motivo per cui i nostri saggi hanno pianto la rovina del Tempio, dal momento della sua distruzione, dicendo che lo avevamo perso solo a causa dell’odio infondato.

Quello che significa è questo: l’unione scatena un potere che gli individui non possono sfruttare quando sono separati. Ecco perché ci sentiamo così bene quando ci uniamo. Il problema è che ci uniamo solo se minacciati da un nemico comune, in quel momento, istintivamente, per riflesso, facciamo ricorso alla nostra unica arma: l’unione.

Se saremo in grado di trasformare l’unione in un processo consapevole, non avremo bisogno di promemoria minacciosi per indirizzarci ad essa. Al contrario, le stesse nazioni verranno ad imparare come attingere da questo potere, perché in fondo tutti sanno che l’unione è l’elemento mancante nel nostro mondo di oggi.

Oggi, l’alienazione, la paura, il sospetto e la diffidenza regnano sovrani, l’unico antidoto per tutti è l’unione. Quando tutta l’umanità potrà funzionare come un unico organismo, ci sarà abbondanza per tutti. Ci sono più cibo e risorse naturali di quanto serva per sostentare il doppio della popolazione globale di oggi. Ma, quando siamo impegnati in lotte di potere, tutti perdiamo e la gente soffre la fame e muore in guerra.

La luce alle nazioni che il popolo ebraico può e deve portare è la luce dell’unione. Abbiamo concepito questo principio, in passato lo abbiamo applicato e diffuso in tutto il mondo. Ora il mondo si aspetta che noi gli mostriamo come realizzarlo. Proprio come ci uniamo istintivamente quando siamo minacciati, perché sentiamo che qui sta la nostra forza, il mondo sente istintivamente che noi siamo deboli quando siamo separati.

L’unione è l’unica “esportazione” che le nazioni vogliono da noi, per questo hanno adottato il nostro motto senza riserve. Ora dobbiamo farne l’effettiva realtà delle nostre vite non solo per noi, ma prima di tutto per il resto del mondo, diventando così “Una luce (di unione) per le nazioni”.

Rosh Hashanah significa Rosh hashinui (Ebraico: l’inizio del cambiamento). Con tutto quello che sta accadendo in ambito internazionale, vediamo che il cambiamento è già iniziato. Ma noi possiamo decidere dove vogliamo portare questo cambiamento: se rimarremo divisi e in contrasto, esso continuerà l’attuale corso. Se rispetteremo il nostro atteggiamento l’uno verso l’altro e svilupperemo responsabilità e cura reciproca, diffondendole nel mondo, davanti a noi si rivelerà una nuova realtà fatta di: fiducia, amicizia e sostegno reciproco.

Originariamente pubblicato su L’Huffington Post Italia

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