DR. MICHAEL LAITMAN PER CAMBIARE IL MONDO – CAMBIAMO L'UOMO

Emergenza profughi in tutta Europa: una crisi e un’opportunità

profughi In Europa le discussioni sull’accoglienza dei profughi sono al centro di aspri dibattiti a livello politico mentre, a livello sociale, da organizzazioni come da privati cittadini, si susseguono proposte di ospitalità, sia in strutture che in case private, creando ulteriori contrasti anche fra semplici cittadini. L’emergenza cresce giorno dopo giorno, tanto da sembrare ormai una crisi senza soluzione. Da una lato vediamo la gara verso il rifiuto e dall’altro la gara della solidarietà.

Fra tutte le notizie che arrivano dall’Europa in questi ultimi giorni, leggo che in Italia, nell’ambito della Giornata Europea della Cultura Ebraica, il Presidente nazionale ha affrontato il tema “dell’obbligo, radicato nel popolo ebraico e nei suoi solidi principi, di accoglienza e rispetto per il diverso e lo straniero“. Seguendo questa millenaria tradizione di accoglienza, la comunità Ebraica Italiana si è già mobilitata provvedendo alle esigenze di prima necessità e fornendo luoghi di accoglienza ai profughi.

Sempre in Italia, la comunità Ebraica di Torino, ha messo a disposizione un appartamento per una famiglia di profughi. Certamente, sono significativi gesti di solidarietà, come il popolo ebraico ha sempre dimostrato di realizzare. Andare oltre le parole con la concretezza dei fatti è indubbiamente degno di grande esempio che dimostra tangibile solidarietà da parte delle Comunità Ebraiche in Europa, tuttavia, se questa rimane una mera azione di sostegno non porterà l’esempio che noi ebrei abbiamo l’obbligo di dare.

Sembra che gli ebrei abbiano bisogno di spiegare agli europei quanto “sono bravi”. Sono così ansiosi di dimostrare al mondo che non vogliono fare del male a nessuno in quanto aiutano tutti. Ma a chi importa? Come vediamo dal crescente odio contro Israele: a nessuno.

Quest’emergenza potrebbe essere un’occasione per rafforzare, fra noi ebrei per primi, e allargare poi ancora di più a tutto il mondo, l’esempio di comunità unita e partecipe. Il problema è che l’unità non dovrebbe durare solo in casi di crisi o emergenza e non dovrebbe essere fatta di sola solidarietà. L’unità deve essere il nostro stato costante.

Abbiamo bisogno di una vera unità interiore di persone che si sentono vicine l’una all’altra e calorosamente connesse, per poi portare al mondo l’esempio di solidarietà reciproca che abbiamo fra noi. Quando siamo diventati una nazione, ai piedi del Monte Sinai, ci siamo impegnati ad essere una luce per le nazioni, e il dogma da diffondere che abbiamo preso su di noi è “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Ora ci giudicano severamente perché inconsciamente si aspettano che noi gli spianiamo la strada per mostrare loro come realizzarlo.

Così suggerisco una soluzione semplice: dobbiamo diventare come un uomo in un solo cuore, secondo il principio che tutti sono responsabili a vicenda. Ora dobbiamo smettere con questo odio reciproco tra noi. Uniamoci più da vicino e vedremo che le accuse contro di noi scompariranno.

Ora dobbiamo farlo, è il nostro dovere. Il nostro solo debito con il mondo. E vedremo come, anche l’odio, scomparirà di conseguenza.

Originariamente pubblicato su L’Huffington Post Italia

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