DR. MICHAEL LAITMAN PER CAMBIARE IL MONDO – CAMBIAMO L'UOMO

Nuove speranze sull’eredità di incompetenze lasciate da Obama

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ed il candidato presidenziale democratico Hillary Clinton si tengono per mano alla conclusione di un comizio elettorale tenutosi il 7 novembre 2016 nella Independence Hall di Philadelphia, Pennsylvania REUTERS / Kevin Lamarque

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ed il candidato presidenziale democratico Hillary Clinton si tengono per mano alla conclusione di un comizio elettorale tenutosi il 7 novembre 2016 nella Independence Hall di Philadelphia, Pennsylvania REUTERS / Kevin Lamarque

Dopo gli otto anni infernali della presidenza di Obama, il suo successore ideologico, Hillary Clinton, non avrebbe avuto alcuna possibilità.

 

Il 26 dicembre, Bret Stephens del Wall Street Journal ha pubblicato un articolo dal titolo “La giusta fine di Obama” nel quale ha duramente criticato non solo le ultime settimane del mandato di Obama, ma tutta la sua presidenza. Secondo Stephens, in soli otto anni Obama ha spedito i militari americani in Iraq, Libia, Siria e Pakistan, ha sciolto le alleanze fra Stati Uniti, Egitto e Turchia, ha dato più potere all’Iran, ha riacceso la guerra fredda con la Russia, ha inviato milioni di immigrati musulmani nel cuore dell’Europa e fatto a pezzi l’alleanza fra Stati Uniti e Israele. Durante il suo mandato il debito nazionale degli Stati Uniti è raddoppiato, la classe media è diminuita in modo significativo, soprattutto per il ceto medio, e l’assistenza sanitaria è diventata inefficace e costosa. Sul fronte interno, le tensioni razziali sono aumentate e hanno raggiunto livelli che non si toccavano dal 1960; la violenza armata è salita alle stelle; l’antisemitismo è diventato la quotidianità e il terrorismo islamico è un incidente visto troppo spesso sul suolo americano. Quando si osservano tutti i danni che questo presidente ha fatto, si capisce che il suo successore ideologico, Hillary Clinton, non avrebbe avuto alcuna possibilità di invertire la rotta. E così la gente ne ha avuto abbastanza.

La finzione della sinistra liberale è finalmente venuta a galla: si tratta di una dittatura dell’elite finanziaria. Le persone non si lasceranno più ingannare; i loro conti correnti stanno mostrando la verità circa l’economia e la politica che ha generato tutti i loro problemi. La “correttezza politica” (un’arma fondamentale nella campagna di massa del liberalismo) può aver soffocato la libertà di parola delle persone, ma non ha impedito loro di esprimere il proprio parere alle urne. Il messaggio è: “Il tempo del folle sfruttamento delle masse da parte della classe dirigente è finito”.

La fine dell’era dell’egoismo

L’economia è avanzata fin quando il capitalismo si è basato su un livello ragionevole di egoismo che consentisse alle persone di lavorare per sostenere se stessa e le proprie famiglie. Ma l’ego è come il cancro; non ferma la sua crescita e la sua diffusione fino a quando non uccide chi lo “ospita”. Il livello che ha raggiunto l’egoismo oggi è diventato quello di un narcisismo nocivo. Le donne si sposano fra loro, così come gli uomini d’altronde, e i bambini cambiano sesso prima di diventare adolescenti; ma se qualcuno osa obiettare che ci sia qualcosa di strano in questi fenomeni, i guardiani della “correttezza politica” lo etichettano subito come arretrato/sciovinista/bigotto, o tutti questi epiteti assieme. Stiamo sacrificando la nostra felicità sull’altare dell’egoismo.

Ma perché così tanti studi hanno concluso che la cosa più importante che possiamo fare per la nostra felicità è quella di connetterci con le altre persone? E perché il Talmud dichiara: “Ciò che tu odi, non farlo al tuo prossimo, questa è tutta la Torah” (Masechet Shabbat, 31a). Oppure perché Rabbi Akiva aggiunge: “Ama il prossimo tuo come te stesso” è la grande regola della Torah? E ancora, perché entrambi i rami del Giudaismo, il Cristianesimo e l’Islam, hanno fatto proprio il principio di Rabbi Akiva, e sono così tanti i sistemi di credenze che adottano la stessa regola d’oro, quella che richiede di trattare gli altri come vorremmo essere trattati noi? L’unica risposta a tutte queste domande è che la connessione umana, cioè amare gli altri ed esserne ricambiati, è la cosa che ci rende felici. Questa è la natura umana. Quando ci concentriamo solo su noi stessi, finiamo per sposare noi stessi. Poi, per forza di cose, non siamo soddisfatti perché siamo andati contro la nostra natura, ma la “correttezza politica” non ci consente di ammetterlo, neanche a noi stessi. Quando lo stato della società è questo, come possiamo sorprenderci del fatto che molti giovani americani, subito dopo essere stati costretti a rispettare le festività natalizie con le loro famiglie, abbiano trasformato i centri commerciali in zone di guerra?

Se continueremo su questa strada, i governi che attualmente si accontentano di sedare le persone con droghe legalizzate, come la marijuana, si sentiranno in dovere di abbatterle, proprio come i contadini abbattono il pollame e i bovini malati. L’unica alternativa sostenibile che l’umanità ha per uscirne, è quella di porre fine all’ “Era dell’Ego” e apprendere di nuovo la connessione.

Prima occorrono le fondamenta

Uno dei temi di maggior tendenza nella Silicon Valley e in tutti gli altri luoghi in cui le persone sono interessate al futuro dell’umanità, è il reddito minino universale (Universal Basic Income (UBI)). In sostanza l’idea di base dell’UBI è che, se ti trovi in vita, allora hai diritto a ricevere abbastanza soldi per un sostentamento dignitoso, naturalmente tuo e della tua famiglia. Negli Stati Uniti gli accademici e gli opinionisti, come il magnate dell’hi-tech Elon Musk, il co-fondatore di Facebook Chris Hughes, l’ex Segretario del Lavoro Robert Reich e l’acclamato astrofisico Stephen Hawking, hanno non solo espresso il proprio parere favorevole a questa possibilità per le persone che non hanno un lavoro e non si possono procurare il pane quotidiano, ma si stanno impegnando nella ricerca di soluzioni pratiche per la sua realizzazione.

I governi di tutto il mondo si stanno interessando all’UBI, forse come unico mezzo per evitare disordini sociali. Il Canada è in procinto di lanciare un progetto pilota nella Provincia di Prince Edward Island, e il Consiglio Fife in Scozia sta valutando un sistema per sperimentare l’UBI. Il prossimo anno i Paesi Bassi lanceranno il progetto, soprannominato dal magazine The Atlantic, “l’esperimento dei soldi gratuiti”, che garantisce ai residenti di Utrecht e di altre città circostanti “una somma forfettaria di 960€ al mese”. Io sono pienamente d’accordo con l’idea dell’UBI.

Se tuttavia ci accontentiamo di dare alla gente i soldi per vivere, senza aiutarla a trovare un senso nella connessione, che è poi quella che abbiamo stabilito essere la base della felicità, allora ciò che è successo dopo Natale nei centri commerciali degli Stati Uniti, potrà essere paragonato a delle piccole crepe in una vasca da bagno, rispetto allo tsunami che si scatenerà.

Un ritorno alla regola d’oro

Per assicurare un futuro a noi e alla società, abbiamo bisogno di scrollarci di dosso quel pesante stato di alienazione in cui ci troviamo per apprendere di nuovo la gioia di prenderci cura l’uno dell’altro. Possiamo farlo facilmente: fornendo un reddito minino universale, a condizione però che le persone partecipino a corsi di formazione per imparare la connessione, nei quali potranno imparare a comunicare assieme in maniera positiva, per ristabilire la fiducia in famiglia, con gli amici e poi in tutti gli altri ambiti; imparare a incanalare l’aggressività verso la creatività, allontanandola dalla violenza e da tutte le altre situazioni negative che si creano nella società odierna.

Ho visto molte persone, in precedenza sospettose e scettiche, riscaldarsi a vicenda ad un livello molto profondo. Un’organizzazione il cui lavoro mi sta molto a cuore, ha fatto meraviglie per aiutare le comunità a riunirsi e a coltivare la coesione sociale. Libera da preoccupazioni economiche per se stessa e per le proprie famiglie, la gente sarà felice di partecipare a tali corsi di formazione grazie al beneficio immediato proveniente dal migliorare le relazioni sociali.

Le persone che lavoreranno per mantenere in funzione le catene di fornitura, potranno anch’esse beneficiare dalla trasformazione sociale poiché migliorerà l’atmosfera nei loro quartieri e nelle loro case. Inoltre, coloro che lavorano non saranno lasciati fuori dalla formazione. Parteciperanno a corsi di formazione di base per comprendere i concetti fondamentali del cambiamento che la società sta attraversando. In questo modo, anch’essi saranno parte attiva di questa trasformazione e, nel caso dovessero rimanere senza lavoro, sapranno facilmente trovare la strada nel nuovo ambiente sociale.

Nel corso del tempo, gli studenti anziani dei corsi di formazione alla connessione diventeranno essi stessi insegnanti, al fine di ampliare la portata della trasformazione in più comunità. Quando l’effetto positivo della trasformazione si espanderà, i benefici sociali conseguiti per mezzo dello spirito di connessione ridurranno l’ostilità, consentendo ai Comuni e agli Stati di ridurre le spese per la sicurezza e per i servizi sociali. Lo spirito elevato della gente ed un rinnovato ottimismo verso la meta, miglioreranno la salute e diminuiranno drasticamente le malattie come la depressione, causate in gran parte dalla disconnessione sociale. Questo, a sua volta, farà risparmiare miliardi di dollari ai sistemi sanitari in difficoltà. Insieme alla depressione calerà anche l’abuso di sostanze, poiché le persone non avranno più bisogno di fuggire da una realtà indesiderata. Quando le persone impareranno modi nuovi e significativi di connettersi e di comunicare, la disperazione si trasformerà in speranza.

Un cambiamento di paradigma

La trasformazione a cui stiamo assistendo non è un “errore” della storia; è parte di un cambiamento di paradigma che ci vedrà tutti guadagnare in affinità e vicinanza. La natura umana alla fine ci obbliga a cambiare e a trasformare le nostre società in base alla sua necessità: prosperare attraverso connessioni positive. Dato che siamo già a conoscenza di questo, saremo in grado di evitare le drastiche conseguenze di una trasformazione obbligata. Possiamo e dobbiamo avviare la trasformazione facendo entrare l’umanità in una nuova era, con il Reddito Minimo Universale per tutti, prima di tutto e, di conseguenza, assieme ad una vita sociale fiorente e ad un pacifico scenario internazionale.

Auspicando che Obama non infligga agli Stati Uniti altri danni irreparabili prima di lasciare la presidenza, la mia sincera speranza è che, nei prossimi mesi, l’America muova i suoi primi audaci passi verso un futuro più luminoso, il futuro dello stare insieme, della connessione e dell’amicizia. Il popolo americano potrà davvero beneficiare di questo, così come il mondo intero.

Originariamente pubblicato su Unitingeurope.blogactiv.eu

Taggato con: ,
Pubblicato in News