DR. MICHAEL LAITMAN PER CAMBIARE IL MONDO – CAMBIAMO L'UOMO

Siamo all’alba della seconda Rivoluzione Francese?

Una super-luna sorge nel cielo vicino ala torre Eiffel come si vede da Suresnes, Parigi occidentale. (photo credit: REUTERS)

Una super-luna sorge nel cielo vicino ala torre Eiffel come si vede da Suresnes, Parigi occidentale. (photo credit: REUTERS)

Per evitare il rischio di una seconda Rivoluzione Francese, il prossimo Presidente della Francia dovrà cimentarsi in quella che ora sembra un’impresa impossibile: unire il suo popolo.

 

I francesi si sono recati alle urne per decidere chi guiderà il loro paese affrontando le continue minacce del terrorismo, le profonde divisioni riguardo l’immigrazione, l’economia, la Frexit e le altre questioni di fondamentale importanza.

Chiunque vincerà il ballottaggio la prossima settimana, si troverà a dover decidere molto di più del destino della Francia. In gioco c’è il futuro di tutto il continente europeo. Per avere successo, tuttavia, il nuovo Presidente dovrà riuscire in qualcosa che attualmente sembra impossibile: l’unione del popolo francese.

La Repubblica francese è divisa in due. Il nuovo presidente si troverà ad affrontare una feroce opposizione simile a quella che Donald J. Trump sta incontrando negli Stati Uniti, Recep Tayyip Erdoğan in Turchia e Mark Rutte in Olanda.

Anche nel caso in cui i cittadini francesi riuscissero a mettersi d’accordo sul nuovo leader, se il paese si dividerà dal fronte dell’Unione Europea chiudendo i propri confini, il prossimo presidente dovrà nuovamente affrontare le schiere di immigrati che stanno inondando la Francia e che prendono il controllo di Parigi. Oltre a rappresentare una grande sfida politica e umanitaria, i rapporti con gli immigrati continueranno a dividere il popolo francese e a distruggerne la tranquillità quotidiana.

In fin dei conti non c’è soluzione a questi problemi o perlomeno non ne esiste una che metta tutti d’accordo e che possa quindi considerarsi una scelta sostenibile.

Albert Einstein una volta disse: “I problemi più importanti che affrontiamo non possono essere risolti con la stessa mentalità con la quale sono stati creati”.

In base al mio patrimonio culturale, so che i problemi non devono essere risolti perché servono come mezzo per elevarsi a livelli più elevati.

Rav Kook scrisse nelle Lettere del Raiah: “La grande regola sulla guerra delle opinioni, quando ogni opinione va a contraddirne un’altra, è che non serve smentire nulla, ma piuttosto costruire al di sopra di esse e in tal modo ci eleviamo”.

Nei prossimi anni diventerà sempre più chiaro che la sfida più formidabile che stanno affrontando gli attuali leader di governo è quella di mantenere e rafforzare la solidarietà interna delle loro nazioni.

Dall’individualismo all’interconnessione

La causa principale dell’attrito e dell’animosità fra le persone è il nostro egocentrismo. Questo ci fa rifiutare e odiare a vicenda, trasformandoci in narcisisti tali da rovinare le nostre capacità di stabilire relazioni significative con le altre persone.

Il popolo francese, quello turco, quello olandese e qualsiasi altra comunità del mondo, può far approvare qualsiasi legge ritenga necessaria. Le persone possono accordarsi, scendere a compromessi e stabilire un apparente ordine sociale solido, ma l’esperienza ha dimostrato che gli accordi sono destinati ad essere infranti e i paesi a disgregarsi.

Anche gli Stati Uniti d’America oggi non sono immuni dalla frammentazione. L’unica cosa che può invertire la nostra crescente alienazione è comprendere che non dobbiamo risolvere le nostre dispute; dobbiamo elevarci al di sopra di esse ed unirci.

È proprio come ha detto Re Salomone: “L’odio provoca liti, ma l’amore copre tutte le colpe” (Proverbi 10:12). Quando facciamo questo, le nostre differenze diventano punti di forza, perché ci costringono ad aumentare la nostra unione per affrontare il crescente livello di divisione. In tal modo impariamo ad agire come un organismo sano le cui parti svolgono ruoli molto diversi ma complementari.

Quanto prima impareremo a lavorare in questo modo, tanto prima cambieremo la direzione della società da infausta a propizia.

I francesi non devono nascondere i contrasti della propria società. Ogni fazione è unica ed ha le sue tradizioni che devono essere preservate e considerate speciali. Invece di cercare di rendere la società uniforme, i francesi farebbero bene a trattare le loro differenze come varietà, elementi che arricchiscono il popolo francese e che aggiungono colore e vitalità al paese.

Anche se è impegnativo, il solo provare a farlo evocherà una positività tale da invertire la triste sensazione di incertezza e insicurezza attualmente dominante, e questo consentirà alle diverse comunità di coesistere in pace e armonia.

Il futuro leader della Francia dovrà preservare due elementi fondamentali: i contrasti e le differenze del suo popolo, anche quando sfociano nell’odio, perché è proprio così che si potrà costruire, al di sopra di questo, un elevato livello di responsabilità reciproca che rafforzerà l’unione di tutta la società francese.

Le tensioni sociali non svaniranno. Al contrario, aumenteranno e quindi metteranno i francesi in grado prima, e li costringeranno poi, a costruire fra loro ponti più forti.

Teniamo presente che l’idea non è di accettare il punto di vista degli altri, ma quella che tutte le parti formino assieme una nuova visione, in cui l’unione della società francese sia la necessità primaria e tutto il resto passi in secondo piano.

In questo modo, le differenze tra fazioni non verranno rimosse o eliminate, piuttosto accolte come contributi alla diversità di una società francese unita.

L’unione prima di tutto

Per avere successo, la nuova leadership francese dovrà accettare il fatto che la sua priorità assoluta è l’unione. La coesione e la solidarietà della gente dipendono dall’adesione a questo concetto per ogni classe sociale.

L’unione deve essere la base di tutti i rapporti nella società, nella famiglia, nel lavoro, nella scuola, nelle università e persino nella politica. Così come esiste un Dipartimento di Giustizia, dovrebbe nascere anche un Dipartimento di Unione, che deve avere la precedenza su tutte le altre agenzie federali. Il suo unico compito dovrebbe essere quello di elevare ed esaltare l’importanza dell’unione al di sopra di qualsiasi altra cosa: attraverso i social, i media e tutti i mezzi pubblicitari.

Il mondo sta attualmente andando di male in peggio. Tuttavia, più diventiamo carichi di odio, più la vita ci costringe a connetterci. Finché ci opporremo a questa tendenza, lo scontro fra la direzione della vita, naturalmente portato verso la connessione, e il nostro desiderio di separazione, diventerà sempre più doloroso. La tensione fra le due forze opposte scatterà pericolosamente e sfocerà in una guerra mondiale, a meno che non impariamo come usare la tendenza della realtà alla connessione per il nostro beneficio, unendoci al di sopra del nostro odio.

Quando la guerra finirà, un leader dovrà unire di nuovo tutti al di sopra delle loro differenze. Se i leader di tutto mondo comprendessero il principio di connessione al di sopra dell’odio e conducessero i loro paesi in questa direzione, tradurrebbero questo in leggi applicabili che cambieranno tutti i sistemi e che trasformeranno il dibattito pubblico. Questi sistemi, a loro volta, aiuteranno ogni persona ad uscire dall’isolamento e a trovare gioia nella connessione e nell’unione.

Quest’anno sarà cruciale per l’Europa, dato che Francia, Germania e altri paesi decideranno l’identità dei nuovi leader per i prossimi anni. Se questi leader si impegneranno per l’unione, l’Europa prospererà. In caso contrario, l’Unione Europea si dissolverà e le probabilità che scoppi una guerra mondiale aumenteranno notevolmente.

Originariamente pubblicato su Unitingeurope.blogactiv.eu

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