DR. MICHAEL LAITMAN PER CAMBIARE IL MONDO – CAMBIAMO L'UOMO

È ora che Trump dia inizio alla prossima fase della politica “America First

Il presidente americano Donald Trump presenta una dichiarazione sugli attacchi missilistici su una base aerea siriana, nella sua tenuta di Mar-a-Lago a West Palm Beach, Florida, Stati Uniti, il 6 aprile 2017. (photo credit: REUTERS)

Il presidente americano Donald Trump presenta una dichiarazione sugli attacchi missilistici su una base aerea siriana, nella sua tenuta di Mar-a-Lago a West Palm Beach, Florida, Stati Uniti, il 6 aprile 2017. (photo credit: REUTERS)

Gli ultimi attacchi terroristici dimostrano che il Presidente Trump si sta muovendo nella direzione giusta. Ma se vuole riportare l’America ancora una volta ai vertici, dovrà attuare la prossima fase di “America First”: unire gli “Stati Uniti”.

 

Al di là delle polemiche sul Presidente Trump e sul fatto che avrebbe dovuto consultare il Congresso prima di dare il via all’attacco missilistico del 7 aprile sulla base aerea siriana Shayrat, i cui aerei avevano apparentemente lanciato bombe al gas nervino sui civili appena tre giorni prima, la sensazione generale è che una risposta militare fosse necessaria.

Due mesi fa, Carl Bildt, ex premier svedese, si era preso gioco del Presidente Trump dopo che quest’ultimo aveva insinuato che in Svezia avrebbe potuto verificarsi un attacco terroristico perpetrato da immigrati. Bildt aveva scritto su Twitter: “La Svezia? Attacco terroristico? Ma che cosa si è fumato?” Due mesi più tardi, l’attuale primo ministro svedese ha dichiarato che la Svezia ‘non tornerà mai’ ai giorni della migrazione di massa, dopo che un clandestino ha ucciso 4 persone e ne ha ferite 15 in un attentato con un camion in corsa nel centro di Stoccolma.

Dopo mesi di scherno e derisioni alle dichiarazioni di Trump secondo cui l’amministrazione Obama spiava lui e i suoi consiglieri prima delle elezioni, Eli Lake di Bloomberg ha rivelato che Susan Rice, ex consigliere per la sicurezza nazionale di Barack Obama, lo aveva fatto davvero. A mio parere, il presidente Trump ha dimostrato che alla fine, merita la possibilità di guidare il paese, come ha affermato l’ex Vicepresidente Joe Biden il mese scorso.

E ora dove si va?

Nonostante gli sforzi persistenti da parte della CNN e del New York Times di screditare il Presidente Trump e nonostante le persone di alto livello all’interno del GOP (Grand Old Party – “Gran Vecchio Partito” soprannome del Partito Repubblicano), che sembrano agire come una quinta colonna, Trump deve portare avanti il suo programma e condurre l’America al livello successivo. E per “livello successivo” intendo consolidare, unire e fondere la società americana in un insieme coeso. Come Presidente degli Stati Uniti, questo è il suo obbligo principale verso il popolo americano, e nulla può fargli guadagnare più rispetto agli occhi del suo paese.

L’era di Obama è stata uno dei periodi più separatisti che abbiano vissuto gli Stati Uniti dalla fine della seconda guerra mondiale, se non di più. Le spaccature che Donald Trump ha mostrato con la sua elezione si sono susseguite per decenni. Non le ha create Trump, ma la sua elezione le ha portate a galla. In tutta la società americana è in corso un’accelerazione dell’emarginazione e il centro si sta rapidamente restringendo su entrambi i lati dello scenario politico. Trump ha preso il potere in quella che potrebbe essere l’ultima occasione dell’America di riunirsi in una società con un programma comune, obiettivi comuni e accordo comune su ciò che è bene per la nazione intera. Se fallirà, il prossimo Presidente potrebbe dover affrontare problemi quali l’affermazione dell’indipendenza politica dal governo centrale, scontri violenti e dilaganti fra polizia e civili, e altri ancora, che sono per lo più tipici dei paesi del terzo mondo piuttosto che del paese leader del mondo libero.

Il fatto che Trump sia stato eletto dimostra che, nonostante i tentativi dei media di ritrarlo in modo diverso, il popolo americano, in gran parte, lo segue. Proprio come durante le elezioni, quando scavalcava i mezzi di comunicazione e si rivolgeva direttamente al popolo americano, ora che è il Presidente, può farlo in maniera ancora più efficace. Iniziative come provvedere “a dare una spinta a lungo attesa ai college ed alle università storicamente neri, dato che vuole superare i suoi predecessori fra cui il primo Presidente afroamericano della nazione”, possono fargli guadagnare punti e sono un grande passo nella giusta direzione. Tuttavia, non produrranno il risultato desiderato se non saranno parte di un’intera strategia di connessione.

Una delle principali qualità del Presidente è il suo approccio da uomo d’affari alla guida del governo. Egli è disposto a portare cambiamenti sia alla politica che alle persone. Poiché questa è la giusta sede, vorrei suggerire a Trump di costruire il suo governo con persone che si impegnino a connettere tutto il popolo americano, piuttosto che a promuovere un programma politico specifico di un solo settore.

Le attuali sfide della società americana sono davvero pesanti, ma un approccio dinamico può fare miracoli. Il governo non deve considerare i problemi come delle crisi isolate, piuttosto come indicatori di mancanza di unione nella società. Le tensioni fra la polizia e le comunità afroamericane, le questioni LGBT (sigla utilizzata per identificare le comunità Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender), le crescenti disuguaglianze economiche e la contrazione della classe media, evidenziano la mancanza di responsabilità reciproca e l’assenza di un senso di interconnessione e di interdipendenza nella società. La modalità di lavoro dovrebbe assomigliare a quella di una famiglia sana, che si occupa delle priorità di tutti senza lasciare indietro nessuno dei suoi membri. Se Trump provasse a guardare al popolo americano nel modo in cui una famiglia sana tratta tutti i suoi membri, non v’è alcun dubbio che l’America sarebbe grande ancora una volta.

Trump può creare un precedente unico al mondo

C’è un altro elemento che il Presidente dovrebbe cercare di utilizzare. Come ogni amministrazione degli ultimi decenni, quella di Donald Trump è piena di ebrei collocati in posizioni chiave. È credenza comune che gli ebrei usino il potere finanziario per spianarsi la strada verso i massimi livelli di amministrazione. Eppure, guardando al loro successo come al semplice risultato della ricchezza, si perde il vero “leitmotiv” della forza degli ebrei. In primo luogo gli ebrei sono ai massimi livelli perché sono grandi connettori, e questo li rende figure chiave nel funzionamento di ogni sistema. In molti modi, gli ebrei sono come un fulcro; essi sono dei mediatori che fanno connettere le persone per produrre il risultato desiderato. Il problema è che ogni amministrazione utilizza gli ebrei per promuovere il proprio programma. Trump creerà un precedente se li utilizzerà per promuovere un programma di unione tutto americano, dal quale poi tutti potranno trarre beneficio.

C’è una buona ragione per la quale gli ebrei eccellono nel connettere le persone. Il popolo ebraico è l’unica nazione al mondo che ha una data di nascita ufficiale. Secondo la Torah, nel 6° giorno del mese ebraico di Sivan, nell’anno 2.488 del calendario ebraico (1.272 a.C.), il popolo ebraico è stato proclamato, dopo aver soddisfatto il presupposto di impegnarsi ad unirsi “Come un solo uomo con un solo cuore”. Da qui, l’ascesa e la caduta del popolo ebraico sarebbero dipese dal suo livello di aderenza al principio di unione.

Per secoli gli ebrei hanno subito innumerevoli dispute e conflitti interni. Li hanno superati applicando la legge che il Re Salomone aveva succintamente formulato: “L’odio provoca liti, ma l’amore tutte le colpe” (Proverbi 10:12). Ad un certo punto, verso l’inizio dell’Era Cristiana, gli ebrei hanno perso la capacità di superare tutti i pregiudizi e le separazioni. Di conseguenza, l’alienazione fra loro è sfociata in un odio così grande, che li ha portati all’esilio dalla terra di Israele e alla distruzione del Tempio.

Gli ebrei rimasero esperti nella connessione, ma poiché non volevano più connettere la nazione “Come un solo uomo con un solo cuore”, usarono la capacità che avevano affinato nei secoli per promuovere solo gli interessi del proprio gruppo. Dal momento che il successo politico per spianare la strada verso i vertici richiede buone connessioni, i politici hanno sempre tenuto diversi ebrei vicini come consulenti. Questa posizione ha anche un titolo ufficiale ma offensivo: “Ebreo di Corte”. Anche se questo titolo è spesso legato al prestito di denaro e alle banche, il termine ha anche molto a che fare con la politica. Proprio di recente Jonathan Levi della rivista Forward Magazine ha chiesto: “È Jared Kushner ‘l’Ebreo di Corte’ del regno di Donald Trump?” Chiaramente, il Presidente Trump non ha necessità del denaro di Kushner. Il Presidente sente di aver bisogno di Kushner esattamente nella posizione in cui si trova, cioè come “consulente senior”.

Rendere ancora una volta l’America grande

Se Trump vorrà rispettare veramente la sua promessa di far grande l’America ancora una volta, avrà bisogno di adottare un approccio diverso da quello di tutti i suoi predecessori. Questo richiede anche che gli ebrei della sua amministrazione lavorino in modo diverso rispetto a tutte le precedenti amministrazioni. Per fare grande l’America, essa deve essere una nazione unita. Trump deve esigere che gli ebrei facilitino le connessioni e i rapporti fra di loro su entrambi i lati della mappa politica e che successivamente estendano tale amicizia al resto del popolo americano.

Se gli ebrei che sono in posizioni chiave su entrambi i lati, promuoveranno la fiducia e la responsabilità reciproca fra loro, sarà molto più facile per il Presidente Trump conciliarsi con il Partito Democratico e stabilire un governo che goda del pieno sostegno del Congresso. Più Trump aspetta, più difficile sarà per lui agire. Forze disgregatrici come Barack Obama, John McCain e Bernie Sanders diventeranno sempre più forti per via della spinta incessante dei media neoliberisti, che comprendono quasi tutti i principali mezzi di informazione fra cui, in una certa misura, Fox News.

Di solito i consulenti suggeriscono ad un leader da che parte andare e quali tattiche usare in una determinata situazione. Ma Donald Trump non è un Presidente comune. Come uomo d’affari, capisce che per avere dei risultati le cose devono essere fatte. Lui è un leader e determinerà in che modo vuole che i suoi consiglieri lo aiutino. Se è intelligente, dirà loro che vuole che elaborino una mappa stradale che conduca dalla partigianeria alla fiducia, alla cooperazione, e ad un’eventuale coesione della società americana e dell’istituzione politica.

Questo renderà l’America non solo di nuovo grande, ma anche un modello per tutte le altre nazioni, “Una luce per le nazioni” se vogliamo. Lo sviluppo di un progetto di questa natura invertirà la direzione negativa globale e garantirà il nostro futuro, quello dei nostri figli e dei figli dei nostri figli.

Originariamente pubblicato su Unitingeurope.blogactiv.eu

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