DR. MICHAEL LAITMAN PER CAMBIARE IL MONDO – CAMBIAMO L'UOMO

Cosa racconta di noi la resistenza all’insediamento di Trump

Il Presidente americano eletto Donald Trump (secondo da destra) e sua moglie Melania sul palco con il Vice Presidente eletto Mike Pence (Sinistra) e sua moglie Karen ad una cena a lume di candela di pre-inaugurazione con i sostenitori presso la Union Station di Washington, USA 19 gennaio 2017. REUTERS / Jonathan Ernst.

Il Presidente americano eletto Donald Trump (secondo da destra) e sua moglie Melania sul palco con il Vice Presidente eletto Mike Pence (Sinistra) e sua moglie Karen ad una cena a lume di candela di pre-inaugurazione con i sostenitori presso la Union Station di Washington, USA 19 gennaio 2017. REUTERS / Jonathan Ernst.

Le tensioni precedenti l’inaugurazione sono state qualcosa di mai visto prima. Questo è un segnale piuttosto eloquente per noi.

 

Nei giorni che hanno preceduto l’insediamento di Donald J. Trump, abbiamo assistito a manifestazioni di forte protesta da parte di coloro che volevano in qualche modo impedire che il neo-eletto Presidente salisse alla Casa Bianca. Quasi 200.000 donne hanno marciato verso Washington insieme ad altri gruppi di protesta che hanno progettato di disturbare l’inaugurazione e danneggiare ciò che incontravano sulla loro strada.

Inoltre, abbiamo sentito le false notizie sui collegamenti di Trump con la Russia, le celebrità che hanno snobbato gli inviti a comparire e qualcuno ha anche inneggiato al colpo di stato per impedire che Trump si insediasse alla presidenza.

Questi atti di resistenza senza precedenti indicano che si sta verificando un fenomeno significativo. Per me, tutto questo ha poco a che fare con la politica, riguarda molto di più la comprensione della natura umana e del comportamento sociale.

Analizzando il processo in questione, trarremo tutti beneficio dal capire meglio noi stessi e, di conseguenza, comprenderemo come possiamo costruire delle società più sane, più coese ed equilibrate.

Il vero tema in questione

Nicolas Fitz in Scientific American, descrivendo le disparità nella società americana, scrive: “Esiste un grande divario fra le nostre convinzioni, i nostri ideali e la realtà”.

Questa differenza fra ciò che diciamo e ciò che veramente sentiamo e facciamo adesso è ormai sotto gli occhi di tutti e, per molti, non è facile da digerire.

Se le persone che credono nella democrazia, nel pluralismo e nel libero pensiero non possono accettare quelli che parlano, pensano o votano in modo diverso da loro, oppure se le persone che si battono per i diritti delle minoranze, per la gentilezza e la compassione, in realtà chiudono i contatti con i membri della loro famiglia perché hanno opinioni diverse, allora i valori che stavano sostenendo non significano nulla.

Gli ideali del liberalismo avrebbero dovuto creare una società più giusta, ma non è stato così. In realtà quella che abbiamo oggi è una società estremamente focalizzata su se stessa, che ignora la grande disparità economica nella quale vive.

Liberarsi di ciò che non funzionava

Dato che il liberalismo sta esalando l’ultimo respiro, è comprensibile che molte persone non possano proprio accettarlo. Stanno combattendo questo cambiamento con tutte le loro forze, intuendo che quello che li ha caratterizzati ed è stato inculcato nella loro mentalità è ora in grave pericolo. Tuttavia, dobbiamo capire che questa lotta è inutile. Quello che si sta concludendo in realtà non è qualcosa a cui valga la pena aggrapparsi.

Guardando il mondo che Trump deve affrontare da presidente, vediamo una realtà oppressa dalla crisi. Sotto la pretesa liberale dei diritti civili e della libertà, l’America ha raggiunto un punto in cui il divario socio-economico è diventato troppo grande. Gli Stati Uniti ora sono diventati la nazione più impari di tutte le nazioni occidentali.

Tre studi, pubblicati nel corso degli ultimi anni su Perspectives on Psychological Science, mostrano come la gente non abbia la minima idea di quanto la situazione economica della società americana sia ormai ineguale. Il 20% delle famiglie americane facoltose possiede più dell’84% della ricchezza e il 40% costituito dalla parte povera della popolazione ha a disposizione un misero 0,3%.

Sono aumentate anche le tensioni razziali, dato che i campus sono diventati i focolai dell’antisemitismo e il movimento “Black Lives Matter” è entrato nella cultura universitaria e commette soprusi contro chiunque lo sfidi.

L’intolleranza verso chi la pensa diversamente è diventata, paradossalmente, la nuova norma per la cultura liberale così convinta delle proprie ragioni ma completamente cieca sui propri difetti da creare un codice sociale più vicino al fascismo di ogni altra cosa.

In Europa, i leader liberali come Angela Merkel non potevano davvero prevedere che la politica dell’immigrazione “frontiere-aperte” avrebbe portato il vecchio continente ad una crisi che l’avrebbe trasformata del tutto, politicamente e socialmente.

I governi e i media politicamente corretti hanno nascosto il vero tasso di criminalità dei migranti e hanno cercato di mettere a tacere tutti quelli che avrebbero voluto denunciare il problema per quello che è. Questo atteggiamento drammatico ha portato l’Europa ad una crisi che nessuno sa come risolvere e all’aumento delle tendenze nazionalistiche.

Persino il Dalai Lama, considerato leader umanitario, ha sottolineato il difetto di questo pensiero; eppure è come se i leader europei fossero semplicemente incapaci di agire diversamente sotto la costrizione della camicia di forza liberale che indossano.

Questa disconnessione dalla realtà è andata avanti per un bel po’, ma il mondo ha raggiunto un punto talmente pericoloso che i capi militari, solo poche settimane prima delle elezioni negli Stati Uniti, stavano apertamente preparando il pubblico per una inevitabile Terza Guerra Mondiale. Dovremmo sentirci tutti molto fortunati di essere stati risparmiati per ora, grazie ad un campanello d’allarme tanto necessario e al cambiamento di rotta.

Trump come una rivelazione

Trump, imperfetto com’è, sancisce la rottura con il precedente approccio che ha così profondamente deluso il mondo.

Egli rappresenta il taglio con la finzione e il ritorno al pragmatismo che può soddisfare le esigenze reali della gente, non le loro idee. Questo è il motivo per cui gli americani hanno votato per lui. Erano stanchi di essere dimenticati in una cultura di vuota retorica e ideali filosofici. Le belle parole non possono più nascondere la brutta verità della realtà socio-economica americana.

La campagna elettorale e le ultime settimane della presidenza di Barak Obama, hanno rivelato ancora più i veri sentimenti che stavano dietro alle sue nobili parole. I sondaggi si sono mostrati inutili. I media sono considerati strumenti per manipolare il dibattito e l’opinione pubblica. Il fenomeno “notizie false” ha cristallizzato la sensazione di non poter fidarci di ciò che ci viene raccontato dai media.

La grande rivelazione dell’egoismo della nostra cultura è sotto gli occhi di tutti noi. Non è rimasto in piedi alcun baluardo della verità. L’egoismo si sta rivelando non solo come forza trainante della politica e dell’economia, ma come ciò che ci separa veramente gli uni dagli altri. La divergenza politica è diventata la cosa più importante, ma non è l’unica.

Il nostro ego ci è sfuggito di mano ed ha reso le nostre relazioni sempre più difficili su molti fronti sociali e personali. I matrimoni, le famiglie, i rapporti di lavoro, le amicizie e il nostro benessere personale ne stanno pagando le conseguenze.

Tuttavia, questa è una scoperta molto importante. Nella Kabbalah viene indicata come “la rivelazione del male”(hakarat hara), cioè la fase preliminare alla vera correzione.

La luce alla fine del tunnel

Dato che l’attuale paradigma di sfruttamento sta finendo e molti cercano di resistere energicamente, ci sono molte forze in gioco che nessuno può reprimere. La rivoluzione tecnologica sta rimpiazzando i lavoratori con i robot e l’automazione, è quindi imminente un nuovo assetto socio-economico.

Come ha scritto Guy Standing nel The Guardian: “Il Reddito Minimo Universale sta diventando una necessità impellente”. Standing ha spiegato anche che, in fondo, tutto ciò che non richiede abilità sociali significative o intelligenza generale è potenzialmente automatizzabile.

Thomas Friedman, editorialista del New York Times ha dichiarato recentemente, in un’intervista con Tucker Carlson trasmessa dal Tucker Carlson Tonightshow: “All’inizio lavoravamo con le mani, poi siamo passati a lavorare con la testa e ora dobbiamo iniziare a lavorare di più con il cuore. …Penso che connettere le persone con altre persone sarà un lavoro enorme. …E credo anche che i posti di lavoro migliori saranno quelli che connetteranno le persone con altre persone. Vedremo una nuova serie di impieghi e industrie basate sul cuore e sul creare la connessione fra le persone”.

La realtà stessa ci sta spingendo ad una particolare attenzione verso le persone e verso una maggiore cooperazione. Pertanto, non importa da quale parte dello spettro politico vi troviate. Dobbiamo concentrarci tutti di più sul rafforzamento della connessione umana per sopravvivere agli inevitabili cambiamenti nell’evoluzione della nostra società.

Seguire il flusso

La nuova amministrazione Trump riconosce sicuramente che i tempi stanno cambiando. Non è una coincidenza che giganti dell’alta tecnologia come Elon Musk e Travis Kalanick abbiano aderito al Forum Strategico e Politico di Trump. Questi due visionari della Silicon Valley sono l’avanguardia della rivoluzione informatica (Information Tecnology Revolution) e si sono fatti promotori della necessità dell’UBI (Universal Basic Income) il Reddito Minimo Universale, nella futura economia statunitense.

Ma dobbiamo ancora vedere come i governi gestiranno il crescente bisogno di fornire reddito, nonché occupazioni significative a chi è senza lavoro. Dato che i lavori interpersonali hanno la precedenza e le abilità sociali diverranno sempre più necessarie, avremo bisogno di riqualificarci in questi campi.

Ho scritto tanto sulle infrastrutture necessarie all’educazione per coltivare questa nuova cultura dell’interazione umana positiva, verso cui oggi siamo spinti.

Imparare a lavorare con l’egoismo e non per esso

Non dobbiamo aspettare che avvenga il cambiamento; dobbiamo andargli incontro. Invece di lottare e resistere, dovremmo imparare dai nostri errori e diventare degli innovatori che aprono la strada al tipo di società che veramente vogliono vedere.

Prima di tutto, dobbiamo riconoscere che il nostro crescente individualismo e l’interesse personale ci hanno portato fuori asse. Uno degli esempi più eclatanti è che gettiamo enormi quantità di cibo mentre tante persone soffrono la fame. Non è che non siamo abbastanza intelligenti come specie per trovare la soluzione e prenderci cura dei bisogni primari di tutti; semplicemente è il nostro interesse personale che ce lo impedisce.

In secondo luogo, dobbiamo imparare a lavorare con le nostre tendenze individualistiche a favore del tutto, invece che a sue spese. Questa pratica di vedere il più grande beneficio collettivo invece del nostro beneficio egoistico è stato l’obiettivo di generazioni di kabbalisti che hanno perfezionato un metodo di trasformazione da condividere con l’umanità.

È un metodo pratico che ci insegna ad andare al di sopra delle nostre singole differenze di opinione e percezione, in modo da migliorare le nostre relazioni globali e permettere la reciproca cooperazione. Nella cultura odierna manca completamente la possibilità di connetterci con l’interesse comune per il bene di uno scopo condiviso. Sta diventando essenziale instillarlo dentro di noi per creare un futuro sostenibile.

Negli ultimi anni, il Movimento Arvut (garanzia reciproca), fondato dai miei studenti, ha condotto con grande successo Tavole Rotonde e Cerchi di Connessione in tutto il mondo. Queste due tecniche, i cui concetti di base sono spiegati nel mio libro Completing the Circle: An empirically proven method for finding peace and harmony in life, attuano il principio scoperto dal patriarca Abramo e perfezionato dai suoi discendenti e discepoli: “L’odio provoca liti, ma l’amore copre ogni crimine” (Proverbi 10:12). Le nostre differenze rimarranno ma dobbiamo imparare come apprezzarle affinché si completino a vicenda.

Se desideriamo vivere secondo valori di apertura e accettazione reciproca nelle nostre società, dobbiamo soprattutto rimpiazzare le vecchie ideologie con tecniche più attuali.

L’America post insediamento

L’evoluzione naturale ci sta allontanando da un pericoloso idealismo filosofico disconnesso dalla realtà, verso un approccio più pragmatico, in cui dovremo creare e mettere in pratica quel tipo di relazioni umane che permettano società più coese ed equilibrate.

Consiglio a tutti coloro che desiderano vedere futuri tempi migliori (indipendentemente dal fatto che si considerino liberali o conservatori) di prepararsi per una nuova era nella quale la connessione umana sarà la nostra massima priorità. Un tale cambiamento di prospettiva aiuterebbe significativamente non solo l’America ma anche il mondo intero.

Originariamente pubblicato su Unitingeurope.blogactiv.eu

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