DR. MICHAEL LAITMAN PER CAMBIARE IL MONDO – CAMBIAMO L'UOMO

L’inutilità della politica (e come possiamo realmente migliorare le cose)

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L’articolo “Il fascismo incombe sugli Stati Uniti: è una cattiva notizia per gli ebrei” sembra che abbia toccato un nervo scoperto. I quasi 1000 commenti sul JPost e sui social media mi hanno “accusato” di sostenere Hillary Clinton, Donald Trump e Barak Obama (davvero!), così come di essere un fascista e liberale, tutto sulla base dello stesso articolo composto da 1.100 parole. È stato di qualche conforto non trovare commentatori che concludessero che sostengo anche Bernie Sanders.

Durante le elezioni tutti si schierano, così si può vedere da che parte vengono i commenti. Il problema è che la crisi che stiamo affrontando va ben oltre l’ambito politico. Quando si ha il cancro, non fa differenza se si amano le schede rosse dei Repubblicani o quelle blu dei Democratici. Prima di tutto è necessario trattare la malattia, poi si vede il resto.

Una crisi sistemica
Una notte, tanti anni fa, mentre stavo esaminando le lettere che Rav Yehuda Ashlag scrisse ai suoi studenti, mi sono imbattuto in un’allegoria che mi ha toccato profondamente. Egli scrisse che l’egoismo è come un nettare dolce, eppure velenoso se posto sulla punta di una spada. Il nettare è così dolce e così inebriante che siamo spinti a portare la spada alla bocca, ad allungare la lingua e lasciar cadere su di essa il nettare una goccia dopo l’altra fino a quando non cadiamo anche noi.

La nostra cultura consumistica, l’autoindulgenza e la frenetica ricerca di soddisfazioni immediate riflettono la profondità della nostra crisi. Cerchiamo sempre la prossima goccia, ignorando il fatto di sapere che alla fine ci ucciderà. Sappiamo che la vita consiste nell’equilibrio tra dare e ricevere, ma la nostra natura ci spinge sempre più a scegliere solo a prendere e ad ignorare il dare. Non possiamo salvarci. Questa è la causa della crisi che si sta diffondendo nei nostri sistemi sociali, educativi, economici e politici. L’umanità è diventata un tumore canceroso che sta consumando il nostro pianeta e alla fine anche noi.

L’antidoto sociale
Lo scorso fine settimana ho partecipato ad un convegno nel New Jersey. Settecento accademici, studenti, amici e colleghi provenienti da Stati Uniti, Canada, Cina, Sud Africa, Norvegia, Israele, Mosca, Nuova Zelanda e molti altri paesi convenuti per la ricerca comune di un modo per equilibrare la natura umana, per trovare un antidoto al nostro egoismo canceroso. Abbiamo formato dei cerchi di discussione che comprendevano individui di diverse culture, religioni ed età, che hanno cercato di costruire un legame che trascendesse tutte le differenze.

L’accordo comune era che siccome non ci siamo “programmati” da soli per essere dei cacciatori di piacere, allora non possiamo “de-programmarci”. Tuttavia, visto che le nostre società determinano quali piaceri dobbiamo cercare, possiamo costruire società che ci ispirino a provare piacere nei valori pro-sociali come la considerazione reciproca, l’assistenza e l’amicizia. In altri termini, forse non siamo in grado di cambiare noi stessi, ma la società può certamente farlo. E dal momento che possiamo cambiare le nostre società, possiamo anche cambiare noi stessi.

Ad esempio, non molto tempo fa mi sono imbattuto in un post suggestivo che descriveva come i tossicodipendenti, inseriti in un ambiente sociale positivo, si riabilitano semplicemente trovando un significato alla loro vita e traendo piacere dall’essere parti costruttive del loro ambiente. Essi non soffrono di alcuno degli effetti collaterali dolorosi associati alla riabilitazione da droghe. Così come abbiamo imparato a riconoscere l’importanza dell’ambiente sociale aiutando i tossicodipendenti nella riabilitazione, possiamo sfruttare questo strumento per apportare un cambiamento basilare nelle nostre società. Se riusciremo a rendere allettanti il dare e la considerazione nei confronti degli altri, non dovremo dire ai bambini come comportarsi, lo assorbiranno da amici e coetanei: il loro ambiente sociale.

Questo vale per i giovani ma anche per gli adulti. Se nel posto in cui lavoro tutti si sostenessero a vicenda e considerassero il successo della squadra come il loro stesso successo, io non oserei comportarmi diversamente, il pensiero di sfruttare i miei colleghi mi attraverserebbe a malapena la mente. Se creassimo una società che opera come ho appena descritto, non dovremmo forzarci di essere gentili e disponibili verso gli altri; sarebbe la nostra natura. Perciò per guarire la nostra natura dalle sue caratteristiche cancerose, dobbiamo tutti cambiare le nostre società. Non dobbiamo cercare di forzare il cambiamento in noi o negli altri, ma piuttosto lasciare che la società lo faccia per noi, serenamente, in modo indolore e rapido.

Andare Avanti
C’è molta più ricerca da fare e molto da imparare sulla realizzazione dei cambiamenti che abbiamo trattato al convegno, ma parto più fiducioso di quando sono arrivato. Non mi faccio illusioni sul potere di un qualsiasi politico di “rendere l’America di nuovo grande”. I politici, per natura, non sono “a favore dell’America” ma a favore di se stessi e dei loro sostenitori. Fanno parte del problema, non sono l’antidoto. L’antidoto è nelle nostre mani.

Per effettuare un cambiamento vero e duraturo occorre costruirlo dalle fondamenta. Quando sempre più individui asseriranno che il nostro problema più grande non è il clima, il fondamentalismo, l’abuso di droga o la disparità di reddito ma la nostra stessa natura, sapremo come creare un ambiente che ci permetterà di essere persone migliori, contribuendo nel contempo a creare una società sana e prosperosa.

Originariamente pubblicato su Unitingeurope.blogactiv.eu

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