DR. MICHAEL LAITMAN PER CAMBIARE IL MONDO – CAMBIAMO L'UOMO

Cosa dovrebbe aspettarsi Israele dopo le elezioni negli Stati Uniti d’America?

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Dopo la recente gaffe di Bernie Sanders secondo cui Israele ha ucciso “oltre 10.000 persone innocenti”, e l’accusa di una carneficina di massa avvenuta a Gaza nel 2014 durante la campagna di protezione del confine, la prospettiva di un primo presidente di origine ebraica è chiaramente molto meno attraente per Israele di quanto si potesse pensare, e considerando l’entourage di Hillary Clinton composto da Sidney Blumenthal, Huma Abedin e altri, appare decisamente poco gradevole la prospettiva di altri quattro anni con un presidente democratico alla Casa Bianca.

Questo, tuttavia, non significa che Donald Trump rappresenti una scelta di gran lunga migliore. Se Trump non “sa che Israele ha l’impegno di fare (un accordo di pace)”, e ritiene che una sala piena di un pubblico ebraico abbia “probabilmente più (uomini d’affari) rispetto a qualsiasi stanza nella quale (egli abbia) mai parlato”, questo solleva gravi dubbi. Inoltre, non ha di certo aiutato il fatto che, pochi minuti dopo, abbia aggiunto di sapere che il pubblico non lo sosterrà “perché non voglio i vostri soldi” e “voi volete controllare i vostri politici”.

Con i tre più importanti contendenti che hanno punti di vista “discutibili” nei confronti di Israele, e con quello chiaramente pro Israele, dato per ultimo nei sondaggi, sembrerebbe saggio per Israele cercare di alleggerire gli animi fra sé e il suo più grande alleato, dato che il più grande desiderio del presidente Obama, è quello di allontanare il governo degli Stati Uniti da Israele.

Ma c’è di più in questa tendenza anti israeliana delle elezioni negli Stati Uniti. In tutto il mondo, i politici e gli esponenti di punta esprimono liberamente i loro punti di vista ed opinioni antisemite e anti israeliane, e spesso con tono di indignazione. Il partito laburista del Regno Unito ha dovuto fare i conti con una “lista apparentemente infinita di scandali sull’antisemitismo”, come quelli che Ari Soffer ha pubblicato su Arutz Sheva. Il ministro degli Esteri svedese, la signora Margot Wallström, il signor Jan Marijnissen presidente del Partito socialista olandese, Albrecht Schröter sindaco della città tedesca di Jena, e Gabor Huszar, sindaco di Szentgotthard in Ungheria, hanno tutti indicato Israele come uno dei coadiuvanti all’organizzazione dell’attacco terroristico dello scorso 13 Novembre a Parigi.

È come se Israele si stesse dirigendo dritto giù per le rapide di un fiume a causa di star del calibro di Roger Waters, ex cantante dei Pink Floyd che colpisce Israele in ogni occasione; con la diffusione di accuse sanguinarie come quella di scavare un tunnel sotto il Monte del Tempio per costruire una città sotterranea sotto la Cupola della Roccia; con il crescente slancio dei movimenti anti Israele come il BDS e La Voce Ebraica per la Pace in particolare nei campus degli Stati Uniti, e ancora la politica anti Israele sempre più attiva del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Per contrastare questa ondata di odio velenoso, Israele ha ingaggiato alcuni abili oratori e presentatori. Roseanne Barr, Yair Lapid e altri oratori molto eloquenti stanno facendo un grande lavoro nell’esporre l’irrazionalità e il bigottismo che stanno dietro chi critica Israele. Tuttavia, nonostante tutti i loro sforzi, nonostante tutti gli sforzi del Congresso Ebraico Mondiale e quelli dello stato di Israele, il fatto è che il mondo sta diventando sempre più anti israeliano.

L’odio è radicato così profondamente che nulla di quanto diremo o faremo in nostra difesa avrà importanza, poiché la gente non è capace di ascoltare. Le persone sono intrinsecamente predisposte a credere agli accusatori di Israele.

Nel corso della storia, l’antisemitismo non è mai stato razionale. La verità non è mai stata un problema agli occhi dei nemici di Israele, e nemmeno lo è stato la ragione. L’idea che Israele sia colpevole di tutto ciò che è sbagliato nel mondo ha prevalso su tutto il resto, e la loro brama di punire, o peggio ancora distruggere del tutto Israele, è divenuta incontrollabile.

Hitler, nel suo mucchio di infame follia conosciuta come “Mein Kampf (La mia lotta)”, ha scritto che se “il popolo Ebraico sarà il vincitore su tutti gli altri popoli del mondo, la sua corona sarà la corona funeraria dell’umanità e a questo pianeta … non resterà che attraversare l’etere, privo di persone”. Ora che queste parole sono state ripubblicate e diffuse in Europa e nel mondo arabo, e che oltretutto delle figure politiche legittime chiamano questo mostro “il più grande uomo della storia”, dobbiamo cominciare a pensare seriamente alla nostra prossima mossa.

Tuttavia, quando si tratta di farlo, la nostra più grande colpa, e purtroppo non solo quella, è sotto gli occhi di tutti. Molto è stato scritto e detto circa la frammentazione della società ebraica, sul divario tra gli ebrei della diaspora e Israele, ma è difficile sovrastimare l’importanza di questo argomento.

La vera essenza della nostra nazione comporta il principio “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Ai piedi del Monte Sinai siamo diventati una nazione, nel momento in cui abbiamo deciso di vivere “Come un solo uomo con un solo cuore”. Mosè ricevette le nostre tavole della legge dopo aver scalato il Monte Sinai, la montagna di Sinaa (odio) e, nel momento in cui abbiamo deciso di rispettare la legge di amare gli altri sopra l’odio, siamo diventati una nazione. Rabbi Akiva aveva una buona ragione per definire “Ama il prossimo tuo come te stesso” come il grande Klal della Torah, poiché esso kolel (contiene) e incarna l’essenza stessa della nostra nazione.

I nostri antenati hanno sperimentato conflitti e conciliazioni, ma seguendo il principio di Re Salomone secondo cui “L’odio provoca le liti, e l’amore copre tutte le colpe” (Proverbi, 10:12), hanno imparato come superare il loro ego e mantenere l’unione nei momenti di crisi. Quando non hanno più potuto coprire le trasgressioni con l’amore, sono caduti nell’odio infondato e si sono dispersi in tutto il mondo.

La fratellanza e il coprire l’odio con l’amore non sono nozioni bibliche arcaiche, ma sono di importanza fondamentale per la nostra sopravvivenza come nazione e come individui, poiché sono la fonte della nostra forza. La nostra nazione è stata creata non da vincoli di parentela biologica o di vicinanza geografica, ma aggrappandosi con le unghie e con i denti a questi principi. Rappresentano così tanto una parte di ciò che siamo, che si potrebbe sostenere che in senso spirituale, quando sono assenti, svanisca l’essenza del giudaismo.

Quando agli Ebrei è stato dato il compito di essere “Una luce per le nazioni”, è stata prevista la diffusione della luce della fratellanza che copre l’odio con l’amore e oggi questo è il rimedio del quale il mondo ha più bisogno. Quanto più il mondo si lascerà coinvolgere in un conflitto perpetuo, tanto più la gente si infurierà con noi. Sempre più persone ci riterranno i responsabili di ogni cattiva volontà che affiora nell’umanità, soprattutto quando si tratta di conflitti interni e fra le nazioni, e l’irrazionalità di tutto questo non lo farà sembrare meno vero.

L’unica soluzione per l’antisemitismo in tutte le sue forme sono la fratellanza e l’unione ebraica, e l’amore che copre tutto l’odio. Per noi è un compito di massima urgenza e non abbiamo neppure iniziato a metterlo in pratica. La destra politica incolpa la sinistra politica e viceversa, ma nessun punto di vista è giusto fintanto che comporta l’odio nei confronti dell’altra parte.

Non abbiamo bisogno di metterci d’accordo su questo; abbiamo solo bisogno di sederci insieme e parlare, per una volta, come i membri di una stessa nazione, del nostro comune destino, poiché siamo, dopo tutto, i portatori del messaggio di amore e fratellanza al mondo, ma il mondo non vede nessuno di questi messaggi provenire da noi. Il mondo ci considererà in modo diverso se mostreremo l’unione al di sopra delle differenze invece dell’attuale visione di separazione. Se avremo successo nell’applicare fra di noi “L’amore copre tutte le colpe” per non parlare di “Ama il prossimo tuo come te stesso”, come potrà l’umanità non venire ad osservarci? Possibile che le persone non vogliano anche godere dell’unione fra di loro?

La regola per amare gli altri, in una forma o nell’altra, è quella regola che tutte le religioni principali “hanno importato” da noi. Tuttavia, noi siamo caduti in un odio infondato prima di aver consegnato al mondo il manuale d’istruzioni, così che nessuno sa come usare questo bellissimo concetto. Ora dobbiamo attuarlo tra noi e poi dimostrare la sua fattibilità. Questo è lo sforzo anti diffamazione che dobbiamo fare.

Originariamente pubblicato su L’Huffington Post Italia

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